L’FMT consente di ripristinare l’equilibrio dell’intestino trasferendo parte della flora intestinale proveniente dalle feci di un donatore sano, una volta trasformata in medicamento, precisa il CHUV in una nota odierna. Ad oggi, l’unica indicazione per questo tipo di trattamento è l’infezione da Clostridioides difficile. Essa provoca una grave diarrea, con un aumentato rischio di mortalità, che spesso richiede il ricovero in ospedale.
Questo trattamento, che ha dimostrato un tasso di guarigione del 95% – rispetto al 30% degli antibiotici usati da soli – viene somministrato sotto forma di capsule da inghiottire o sotto forma di sospensione somministrata all’intestino attraverso un sonda nasale o una colonscopia.
A differenza di altri Paesi, dove il microbiota fecale è considerato un “tessuto”, il quadro giuridico svizzero lo classifica come un farmaco non standardizzato il cui processo di produzione è soggetto ad autorizzazione. Ciò impone standard rigorosi in termini di produzione, controllo, monitoraggio e tracciabilità, equivalenti a quelli applicati ai farmaci industriali.
Al CHUV tutte le fasi del processo produttivo sono state standardizzate. Grazie all’autorizzazione, il farmaco potrà essere utilizzato da altri ospedali in Svizzera. “Vogliamo ampliare l’accesso dei pazienti a questo trattamento, che attualmente non ha alternative altrettanto efficaci per la cura del Clostridioides difficile”, afferma Katerina Tatiana Galperine, responsabile del progetto TMF nel Dipartimento di malattie infettive del CHUV.