Gli integratori alimentari vengono spesso pubblicizzati con la promessa di migliorare la salute, di rendere la pelle più bella o addirittura di prolungare la vita. Ma in quali casi vale davvero la pena di mettere mano al portafoglio? Proviamo a spiegarvelo noi.
Gli integratori alimentari, disponibili sotto forma di compresse, capsule, polveri o liquidi, sono prodotti studiati per integrare la normale alimentazione con nutrienti concentrati o sostanze che promuovono la salute. Conformemente all’ordinanza svizzera sugli integratori alimentari, possono essere proposti nell’ambito del diritto sulle derrate alimentari. Non si è tuttavia autorizzati a formulare promesse di guarigione, bensì solo indicazioni relative alla salute scientificamente dimostrate e autorizzate dalle autorità. Gli integratori alimentari si distinguono chiaramente dai farmaci, sviluppati per curare malattie specifiche. In Svizzera i medicinali devono essere autorizzati da Swissmedic e la procedura di omologazione richiede studi molto approfonditi. Per gli integratori alimentari invece non servono autorizzazioni.
Ingredienti tipici degli integratori alimentari sono ad esempio:
Gli integratori alimentari sono destinati a integrare la normale alimentazione, ma non a riequilibrare uno stile di vita malsano. Sono utili se colmano una carenza o comportano un beneficio per la salute. Devono inoltre essere assunti in modo mirato e con uno scopo ben preciso, ad esempio:
L’assunzione a lungo termine dovrebbe idealmente essere accompagnata da analisi di laboratorio regolari. È importante chiedersi periodicamente perché, quando e per quanto tempo assumere il preparato e osservare i miglioramenti soggettivi in termini di salute o benessere. Per una consulenza esaustiva sulla scelta dei prodotti più adatti, la farmacia è un ottimo punto di riferimento.
Oggi il concetto di longevità è molto inflazionato, e anche l’industria degli integratori alimentari ne fa largo uso. Sono in molti a voler vivere più a lungo e invecchiare in salute! Ad oggi comunque non esiste alcuna prova scientifica a dimostrazione che gli integratori alimentari allungano in generale la vita. Per invecchiare in salute, è tuttora fondamentale seguire uno stile di vita sano, un’alimentazione ricca di nutrienti e commisurata al fabbisogno energetico, un’attività fisica regolare, sonno e rilassamento a sufficienza nonché una buona rete sociale. In caso di carenza di una o più sostanze nutritive, gli integratori alimentari possono certamente promuovere la salute. L’assunzione mirata di nutrienti quali acidi grassi omega-3, magnesio o antiossidanti può avere effetti positivi anche in assenza di studi su larga scala.
Stando alle statistiche federali, circa il 50% della popolazione svizzera soffrirebbe di una carenza di vitamina D. Perciò, molte persone potrebbero trarre beneficio da un supplemento di vitamina D durante i mesi invernali, seguendo le raccomandazioni sul dosaggio anche senza effettuare esami di laboratorio. La cosiddetta «vitamina del sole» viene prodotta nella pelle. Alle nostre latitudini, l’intensità del sole in inverno non basta per produrre un quantitativo sufficiente di vitamina D. Integrando la vitamina D, si consiglia di non superare le 800 UI (unità internazionali) al giorno sotto forma di integratori alimentari. A questo dosaggio, tenendo conto anche di altre fonti di vitamina D, non dovrebbero manifestarsi effetti collaterali. I preparati a base di vitamina D ad alto dosaggio andrebbero assunti soltanto sotto sorveglianza medica.
DO-HEALTH è uno dei più importanti studi clinici in Europa sul tema dell’invecchiamento. Analizza l’impatto di un’integrazione alimentare con vitamina D (2000 UI al giorno) e acidi grassi omega-3 (1 g al giorno) nonché di un programma di semplici esercizi casalinghi (tre volte la settimana) sulla salute delle persone più anziane. Dalle analisi effettuate finora, risulta che la combinazione di queste tre misure è associata a una probabilità significativamente inferiore di diventare prematuramente fragili. Inoltre, questa triplice combinazione, ha permesso di ridurre del 61% il rischio di sviluppare un carcinoma invasivo – un’alterazione maligna dei tessuti, che si diffonde nel tessuto circostante – negli adulti sani che hanno superato i 70 anni.