In farmacia, spesso i generici vengono proposti in alternativa a un preparato originale prescritto dal medico. Dispensazione e consulenza sull’uso dei farmaci generici fanno parte dei compiti del farmacista.
Affetto da diabete e ipertensione, Henry deve assumere regolarmente farmaci. Alcuni anni or sono, la sua farmacista gli consigliò di sostituire i preparati originali con farmaci generici più economici ma altrettanto efficaci. In effetti, l’efficacia dei generici è assolutamente paragonabile a quella dei preparati originali. Inoltre, i produttori devono condurre una serie di studi clinici prima di lanciare i loro prodotti sul mercato. Devono dimostrare che, allo stesso dosaggio, i generici sono altrettanto efficaci dei preparati di riferimento. Questa comparabilità clinica viene chiamata bioequivalenza. Ciò nonostante, un generico non è sempre una copia identica del farmaco originale. La forma di assunzione (capsule, compresse ecc.) e gli eccipienti (le sostanze aggiunte ai medicinali senza effetto terapeutico) possono differire dall’originale e influenzare la tollerabilità individuale.
Le differenze tra generico e originale solitamente non creano problemi in caso di trattamenti acuti e puntuali. In presenza di malattie croniche o quando si assumono più farmaci, come nel caso di Henry, il farmacista può determinare il generico appropriato.
L’uso dei generici assume un ruolo importante nel contenimento dei costi della salute, dato che solitamente sono molto meno costosi rispetto ai farmaci originali. Perciò, dal 1° gennaio 2024 il Consiglio federale promuove la dispensazione di generici attraverso un’aliquota differenziata. In genere, l’aliquota percentuale a carico del paziente all’acquisto di un farmaco è del 10%. Se però il paziente sceglie di acquistare un medicinale più costoso rispetto ad altri preparati con la stessa composizione di principi attivi, paga un’aliquota percentuale del 40%.
C’è un’eccezione: per determinati medicinali, anche una leggera variazione della dose assorbita può influenzarne l’effetto. In questi rari casi, piuttosto delicati, il medico deve aggiungere sulla ricetta la nota «non sostituire», affinché in farmacia venga dispensato il farmaco originale. Quindi, se per motivi di ordine medico dimostrabili è richiesta espressamente la dispensazione di un medicinale originale più costoso, questo non comporta una partecipazione ai costi maggiore a carico del paziente.