
Nelle persone affette da disturbo da ansia sociale, gli eventi di gruppo e la presenza in pubblico provocano un eccesso di stress. Quante persone ne sono affette e cosa aiuta veramente a combattere questa fobia?
Un’esibizione a teatro, una festa dove non si conosce quasi nessuno o la presentazione di un progetto durante un evento aziendale: situazioni che rendono nervose molte persone. Si pensa a quando si arriva, si spera di fare una buona impressione. Le mani sono forse un po’ sudate, la voce trema leggermente. Ma nella maggior parte dei casi tutto questo passa. Non è così per le persone che soffrono di disturbo da ansia sociale. Per loro, anche situazioni apparentemente innocue come firmare un documento davanti a testimoni o usare un bagno pubblico sono associate a paure intense. Questi soggetti temono di essere messi in imbarazzo o giudicati negativamente. Per settimane i loro pensieri ruotano attorno a quell’evento. Quando si presenta il momento, il battito cardiaco accelera, il corpo si irrigidisce, lo sguardo diventa evasivo, la voce si abbassa. Alcuni sperimentano un «mind blanking», in cui i pensieri si spengono e la testa sembra essersi svuotata.
Questi soggetti temono di essere messi in imbarazzo o giudicati negativamente.
La fobia sociale è uno dei disturbi da ansia più diffusi. Circa una persona su dieci ne è affetta nel corso della vita. La causa è probabilmente da ricercarsi nell’incapacità di alcune aree del cervello di regolare adeguatamente sentimenti di paura infondati. Nella maggior parte dei casi, un disturbo d’ansia può essere trattato con la psicoterapia. «Quando la sofferenza è intensa e la qualità della vita compromessa, è importante cercare un aiuto professionale», afferma Irmgard Kassens dell’organizzazione senza scopo di lucro Angst- und Panikhilfe Schweiz (aphs). Prima si interviene, meglio è. Se non trattata, infatti, l’ansia sociale tende ad aggravarsi. Evitare sistematicamente le situazioni che la provocano non aiuta e spesso porta solo a ulteriori limitazioni. La fobia sociale viene diagnosticata quando i sintomi persistono da almeno sei mesi, riguardano diverse situazioni sociali, si manifestano regolarmente, causano forte disagio e non possono essere spiegati da altre malattie psichiche.
Nel periodo prenatalizio si accumulano gli impegni sociali: feste, aperitivi, riunioni di famiglia. Secondo Irmgard Kassens, per molti questo significa stress allo stato puro. Anche se non osserva un incremento della casistica proprio prima delle festività, in generale durante i mesi invernali le difficoltà aumentano rispetto al periodo estivo. Il suo consiglio: prima di un evento, informare una persona di fiducia che possa fornire supporto in caso di necessità. Pensare consapevolmente a possibilità di estraniarsi: anche una breve passeggiata può aiutare ad alleviare la tensione. Nella frenesia di dicembre è bene pianificare delle pause adeguate, come un bagno caldo, un buon libro o un po’ di meditazione. L’esperta sottolinea che le persone colpite devono essere pazienti con sé stesse. Un nuovo modo di affrontare la paura non si sviluppa dall’oggi al domani. «Ma con la motivazione personale e il sostegno necessario è possibile trovare una via verso una maggiore serenità e una migliore qualità della vita», afferma.
Autore: Stephanie Schnydrig
Esistono alcuni preparati vegetali che possono avere effetti ansiolitici. Tra questi vi è ad esempio l’estratto di lavanda vera, sotto forma di capsule. L’efficacia è stata dimostrata in uno studio condotto dalla MedUni Vienna su oltre 500 pazienti con disturbi d’ansia da moderati a gravi. Anche la valeriana, la camomilla e la melissa possono essere d’aiuto. Per tutti i preparati citati vale la regola: non usare durante la gravidanza o l’allattamento e consultare sempre il farmacista.