Normalmente, da ottobre a gennaio, i pollini nell’aria sono scarsi dando tregua alle persone allergiche. Quest’anno però il nocciolo e l’ontano hanno iniziato a fiorire già nella prima metà di gennaio e in alcune regioni addirittura alla fine dell’anno scorso, a causa delle temperature eccezionalmente alte di inizio anno.
Il periodo dei pollini di frassino e betulla, che iniziano a fiorire nella seconda metà di marzo, è stata caratterizzata da costanti aumenti e diminuzioni delle concentrazioni a causa del tempo altamente variabile e umido di aprile e nel complesso si è rivelata meno problematica che d’abitudine.
Per le graminacee invece nell’ultima decade di maggio le concentrazioni hanno raggiunto rapidamente livelli elevati e si sono mantenute alte tutto il mese di giugno, troppo secco, troppo caldo e troppo soleggiato, afferma MeteoNews. A sud della Alpi inoltre sono comparsi prima del solito, già a partire da fine marzo.
Dal mese di agosto, soprattutto in Ticino e nella regione del Lemano è stata la volta dei pollini di ambrosia, in gran parte trasportati dal vento proveniente dalla Francia o dall’Italia.
A causa del cambiamento climatico, la stagione dei pollini inizia sempre prima e le concentrazioni sono in aumento secondo diversi studi. Le temperature più elevate e i periodi di siccità più frequenti stressano le piante, che reagiscono producendo più polline e più aggressivo. Non solo la reazione allergica si intensifica, ma un numero maggiore di persone può sviluppare un’allergia, spiega il servizio meteorologico.