Se fuori è freddo e umido, aumentano anche i problemi di salute dovuti al riscaldamento. Come prevenirli e come reagisce il corpo all’aumento delle temperature atmosferiche?
Stando alla ricerca sul clima, nei prossimi anni le estati torride sono destinate ad aumentare. Una realtà non priva di conseguenze, sia per la natura che per uomini e animali. Quando fa caldo, il corpo si predispone per mantenere la temperatura al suo interno tra 36 e 38 °C. In caso di rischio di surriscaldamento, il sistema neurovegetativo provvede a una migliore irrorazione della pelle e attiva le ghiandole sudoripare. Evaporando, il sudore sottrae energia termica, e il corpo si raffredda. Con la sudorazione, vanno altresì persi importanti sali e altre sostanze minerali, che devono essere reintegrati attraverso l’assunzione di liquidi. Occorre in effetti scongiurare il rischio di una disidratazione o carenza di elettroliti (sali, acidi e basi), che potrebbe causare crampi muscolari. Perciò, in caso di canicola: bevete regolarmente due o tre litri al giorno, idealmente acqua tiepida o tisane alle erbe. Le bevande non devono essere ghiacciate né raffreddate con cubetti di ghiaccio. Sul momento possono portare refrigerio, ma aumentano la produzione endogena di calore, che a sua volta rende la percezione delle elevate temperature ancora più insopportabile. In presenza di caldo afoso o di elevati tassi di umidità, la sudorazione non basta più a raffreddare il corpo. Sulla pelle, il sudore non riesce più a evaporare; una situazione per nulla gradevole, che può addirittura provocare ristagno del calore o addirittura un collasso circolatorio. Per superare senza problemi un’ondata di caldo, gli esperti consigliano di evitare sforzi fisici a temperature elevate, di soffermarsi in ambienti freschi, di indossare abiti comodi e leggeri, di bere a sufficienza e di rinfrescare attivamente il corpo, sia con una doccia fresca che con una nuotata nel lago, nel fiume o in piscina.
Autore: Christina Bösiger
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