Rimettere in moto le fasce

Le fasce costituiscono il tessuto connettivo che attraversa tutto il corpo umano e lo tiene unito, fungendo inoltre da organo sensoriale. Con un allenamento mirato della mobilità che coinvolge tutto il corpo, è possibile rafforzare anche le fasce.

Oltre a muscoli, tendini e legamenti, le fasce sono elementi imprescindibili dell’apparato motorio dell’essere umano. Etimologicamente il termine fasce indica un insieme o un gruppo di elementi; nel caso specifico indica il tessuto connettivo che permea il nostro corpo e racchiude tutti i muscoli, le fibre muscolari nonché tutti gli organi, inclusi quelli del cervello. Le fasce sono infatti presenti anche nella pelle, nelle cartilagini, nelle ossa, nei tendini e nelle articolazioni. Tutte le fasce sono connesse tra loro e attraversano il corpo come una rete, conferendogli stabilità e il suo inconfondibile aspetto.

Si tratta della mobilità di tutto il corpo.

Le fasce sono composte da fibre di collagene, acqua e collante. Il loro spessore varia da mezzo millimetro a tre millimetri. Le cellule fasciali producono numerose sostanze, tra cui il collagene e l’elastina. Il collagene è una proteina particolare costituente delle fibre, che a loro volta si uniscono in filamenti oltremodo resistenti alla trazione. Grazie all’elastina, le fibre allentate possono estendersi il doppio della loro lunghezza, regalando al corpo elasticità e mobilità.

Importante organo sensoriale

Le fasce possiedono sensori di movimento e di dolore, che le rendono un vero e proprio organo sensoriale. Esse captano a numerosi stimoli e trasmettono le informazioni al cervello. Stress, carenza di movimento come pure carichi sportivi eccessivi possono indebolire le fasce.

Soprattutto la mancanza di movimento, ad esempio in caso di prolungata sedentarietà, compromette la funzione del tessuto connettivo: le fasce si incollano e si induriscono, ostacolando la mobilità e causando dolore. Attraverso l’indurimento delle fasce normalmente flessibili, anche i percorsi neurali vengono compressi, con ulteriori manifestazioni dolorose.

Un allenamento completo della mobilità

Per garantire la piena funzionalità delle fasce, un allenamento mirato della mobilità (o mobility training)permette di ottenere i risultati migliori. E si parla di mobilità di tutto il corpo. Ai fini di una completa sensazione corporea, tutte le parti del corpo interagiscono: il cervello quale punto di partenza per ogni movimento e di seguito nervi, muscoli, articolazioni, legamenti, sensi e non da ultimo le fasce. Tutte le parti si completano in un sistema complesso che garantisce il controllo della mobilità. Una buona mobilità consente di eseguire una vasta gamma di movimenti senza dolore. Con il mobility training, attraverso movimenti dinamici, vengono mobilitati articolazioni, legamenti, tendini e l’intero apparato fasciale attraverso la forza muscolare. Mediante ripetizioni regolari, le sequenze motorie vengono memorizzate dal cervello e possono essere più facilmente rievocate quanto più a lungo vengono eseguite.

Una mancanza di mobilità può ripercuotersi su tutto il corpo. Se, ad esempio, le articolazioni non vengono mosse a sufficienza, si può manifestare una carenza di cartilagine articolare, con conseguenti dolori e deformazioni. Anche le fasce sono interessate: si infeltriscono e si incollano e non riescono più ad adempiere i loro compiti di postura, stabilità e coordinazione.

Il mobility training comprende numerosi esercizi che tutti, a prescindere dall’età, possono eseguire, in base alle loro necessità: che si tratti di brevi esercizi di mobilità prima dell’allenamento della forza, di un quarto d’ora di allenamento completo del corpo o di una sessione completa di yoga è irrilevante. L’importante è che la mobilità venga stimolata globalmente. In Internet trovate le istruzioni per un mobility training variato.

Kurt Meyer

Esercizi di mobilità

  1. Eseguire uno squat profondo, con i piedi rivolti il più possibile in avanti. Appoggiare a terra i palmi delle mani e con i gomiti esercitare una pressione contro le ginocchia verso l’esterno, mantenendo il busto il più possibile eretto; stare in posizione 30 secondi e ripetere cinque volte.
  2. Seduti a terra con le mani a una distanza di circa 30 cm dai glutei, i piedi lievemente spostati in avanti rispetto alle ginocchia: sollevare il bacino il più possibile e tendere un braccio per cinque secondi all’indietro, in direzione della spalla opposta. Tornare alla posizione di partenza e cambiare braccio. Cinque ripetizioni per lato.
  3. Posizione di partenza in quadrupedia: portare il piede destro tra le mani, allontanando il ginocchio sinistro il più possibile all’indietro. Mantenere la posizione; sollevare il braccio destro e ruotare lentamente il busto verso destra cercando di portare entrambe le spalle sulla stessa linea. Rimanere in posizione per dieci secondi. Cinque ripetizioni per lato.